Introdurre l’esame di Music Theory nella Scuola Primaria - Intervista a Cecilia Cereda, Scuola Santa Marta di Chiavari (Genova)

Si può proporre già alla Scuola Primaria, perché permette ai piccoli studenti di studiare l’inglese in un contesto diverso da quello specificatamente linguistico. Cecilia Cereda, docente di musica alla Scuola Santa Marta di Chiavari (Genova), ci racconta il percorso di preparazione dell’esame di Music Theory nella sua scuola.

Come lavorate per preparare gli esami di Music Theory alla Primaria?

Affrontiamo il percorso di questo esame già nell’ultimo ciclo della Scuola Primaria. Gli aspetti per cui abbiamo fatto questa scelta sono molteplici, a partire dall’uso dell’inglese, molto apprezzato anche dalle famiglie, che in questo esame si può sperimentare in un contesto diverso da quello specificatamente linguistico. I bambini sanno che non vengono valutati per la lingua e si sentono a loro agio. Dal punto di vista musicale la verifica di obiettivi molto precisi, anche nella strutturazione dell’esame, è una guida alla didattica per l’insegnante ma anche per gli alunni perché permette loro di avere aspettative realistiche.

Riscontra difficoltà o punti di forza nella preparazione di questa certificazione?

C’è il grande tema dell’inclusività, che è una difficoltà ma anche un punto di forza. In ogni classe abbiamo bambini con competenze molto diverse tra loro, perché sono in momenti diversi della loro crescita o hanno disturbi specifici dell’apprendimento. Sicuramente il formato degli esami Trinity è inclusivo e ci sono vari gradi nei quali segnalare eventuali difficoltà, permettendo così a tutti di affrontare l’esame in modo sereno.

L’esame di Music Theory non richiede una specifica conoscenza di un livello di lingua: ci racconta come collabora con il suo collega di inglese per preparare questo esame?

Nella nostra scuola la collaborazione tra docenti è fortemente incentivata e ci sono anche molte occasioni, dal canto alle recite, che ci spingono a lavorare in parallelo. Per quanto riguarda la lingua e la musica, in particolare, lavorare in team funziona perché la pronuncia, ad esempio, non è fine a sé stessa ma ha un senso se dietro c’è un significato e se ne comprende il filo logico. Così per la performance e il canto, la collaborazione tra l’insegnante di lingua straniera e di musica è sempre stata molto forte, ma così come in tutte le materie.

Nello sperimentare la preparazione di questo esame, vede dei collegamenti tra le varie materie?

Cominciando già a lavorare dalla scuola dell’infanzia, i nostri bambini sono musicalmente già preparati, ad esempio iniziano a intuire le frazioni in musica prima di affrontarle in matematica perché le vivono. La musica prima si vive e poi si teorizza, per questo la certificazione di Music Theory è efficace già alla Primaria, i bambini hanno già vissuto e fatti propri i contenuti, in italiano e in inglese parallelamente.

Consiglierebbe questo esame alla luce della sua esperienza?

Si perché obiettivi sono così chiari e così ben definiti permettono di trovare radici solide su cui basare un percorso di lavoro. L’esame permette di tracciare le tappe dell’apprendimento e dà agli studenti competenze che li rendono perfettamente in grado di sostenere l’esame. Come musicista credo davvero che l’approccio dell’esame negli 8 Grade aiuta a comprendere lo stretto legame e l’interdipendenza tra la teoria e pratica musicale.

Esame Music Theory

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